TUTTE LE STRADE PORTANO ALL’AMORE
Carissimi Lettori,
vorrei raccontarvi questa piccola riflessione, sicuro che non la giudicherete banale come apparentemente può sembrare ma saprete cogliere il significato di questa esperienza 'formativa' come è successo a me.
Sembra strano a dirsi, ma uno degli insegnamenti più profondi che mi sia stato trasmesso non proviene da un essere umano né tantomeno da un essere non incarnato... perché vi racconterò il messaggio che mi è stato trasmesso da un cane.
E' in realtà un cane che conosco molto bene da diversi anni, ma ci ho messo un po' per comprendere il grande insegnamento che ripetutamente ha tentato di trasferirmi senza scoraggiarsi nonostante gli iniziali insuccessi.
Questo cane - di cui per motivi di riservatezza non vorrei rivelare né il nome né la sua localizzazione, anche se tengo a precisare che fa una vita piuttosto agiata e confortevole - è solito giocare con una pallina, gioca a tutte le ore purché sia in compagnia di una persona.
E' bravissimo, ha imparato una tecnica tipo calciatore, può smarcare, dribblare, usa le zampe, la bocca, salta, la prende al volo in sospensione, insomma è un fenomeno acrobatico ed è esperto sia nel classico "recupero" dopo il lancio, sia in vere e proprie azioni di calcio.
Il fatto è che questo cane gioca a tutte le ore di mattina, di pomeriggio, perfino di notte, salvo la siesta pomeridiana che è sacra anche per lui…
Fu proprio una sera di estate ormai lontana che - rientrando dopo una passeggiata serale che si era protratta fino a notte inoltrata - mi accolse come al solito con la pallina in bocca per la solita partita.
Era stata una giornata caldissima e anche lui era esausto, generalmente fa molta attività fisica durante il giorno e così arriva alla sera stremato dal caldo e dalla fatica. Ciò nonostante era lì, con la pallina in bocca, per giocare come al solito!
"Che strano cane - pensai - anche se è esausto gioca sempre e comunque, non sa riconoscere il limite entro cui fermarsi per riposare... forse gli ho attribuito delle doti molto profonde che in realtà potrebbe non avere, almeno nella misura che pensavo avesse..."
Per fortuna il mio giudizio fu molto clemente e timoroso - è infatti buona norma non giudicare gli altri in modo troppo deciso! - perché fu allora che fui raggiunto dalla grande intuizione e tutto fu chiaro.
Capii che in realtà questo animale non voleva giocare per sé, né tantomeno cercare divertimento o distrazione, ma tutto quello che manifestava, esattamente come lo stava manifestando, era totalmente rivolto a me.
Quindi ero io che guardavo il dito e non la luna, non certo lui che da anni ormai cercava di trasmettermi quel grande insegnamento.
Era una recita insomma con due attori principali, il cane e l'amico, il solista (lui) e la spalla (io), sostanzialmente entrambi cercavamo l'unificazione ed il manifestare un qualcosa insieme il cui valore aggiunto era superiore alla somma dei singoli addendi.
Con il tempo affinai meglio questo concetto, e tuttora mi sorprendo della mia stupidità per non averlo colto immediatamente come pure della profondità di quell'animale che così spontaneamente manifesta il suo talento e la sua naturale propensione al gioco ed alla socialità.
Una grande lezione insomma... da un insolito maestro!
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